Dovete affrontare un colloquio di selezione e non vi sentite tranquilli: desiderereste tanto sapere quali dovrebbero essere le giuste risposte in un colloquio di lavoro e come comportarsi ad un colloquio. Beh, non vi è niente di strano in tutto ciò! È assolutamente giusto temere questo momento, perché è da quello che direte che probabilmente dipenderà la vostra assunzione.
Molti esperti spiegano che le domande chiave che vi verranno poste sono al massimo sei. Qui dovete dare il meglio, perché non è tanto quel che sapete fare che vi farà assumere, ma piuttosto l’impressione che darete.
Ecco allora quali potrebbero essere le migliori risposte in un colloquio di lavoro, partendo dalle prime due domande chiave. La più classica domanda, di solito la prima, è anche la più difficile, perché vi impone comunque di rompere il ghiaccio, di far sentire la vostra voce e le vostre emozioni: “Mi parli un po’ di lei”.
Quanto dovete parlare per rispondere? E soprattutto, cosa è meglio dire? Secondo gli esperti un errore tipico è cominciare a raccontare la storia della propria vita, elencando le precedenti esperienze di lavoro o addirittura le necessità e i problemi personali.
Cominciate invece con semplicità. Con un sorriso innanzitutto, perché il vostro sorriso non significa “prendo la vita alla leggera” ma “sono felice di parlare con voi”. E spiegate innanzitutto perché siete lì e soprattutto perché sperate di essere la persona giusta per loro.
La prima cosa che dovete far passare non sono le vostre capacità ma… il vostro entusiasmo! È sempre l’entusiasmo a fare la differenza. Sappiatelo: nei colloquio di lavoro capita spesso che la persona più preparata si lasci superare da chi ha dimostrato meno esperienza ma più energia, più voglia, più entusiasmo nel mettersi alla prova.
La seconda domanda potrebbe essere questa: “Ci racconti i suoi punti di forza“. È una domanda che nasconde ovviamente una seconda domanda “segreta”, ovvero quali siano i vostri punti di debolezza.
Qui dovete essere sereni, liberi e coraggiosi. Se siete persone testarde, che perseguono i loro obiettivi fino in fondo, ditelo. Forte e chiaro. È un punto di forza sicuro. Se siete invece persone con qualche dubbio di troppo ma quantomeno molto appassionate e disposte ad aprire la mente senza preconcetti, puntate proprio su questo: raccontate il vostro entusiasmo per le cose, per le novità e per tutto quello che c’è da imparare nella vita.
Se ve la sentite, parlate anche dei vostri punti di debolezza. Perché non potete esserne esenti. Quinti niente “Non ne ho!” e nemmeno “Ecco i miei dieci grandi limiti”. Gli esperti che lavorano nel settore Risorse Umane vi danno un consiglio intelligente ma difficile: trasformate un vostro punto di forza in una debolezza. Per esempio: “A volte pretendo troppo dalla gente: me la prendo se le persone non danno il cento per cento e non raggiungono i risultati che io credevo possibili”.
Se invece volete dire la verità, raccontate una piccola debolezza che regali un po’ di simpatia!
Insomma, piccoli difetti superabili che però diano l’idea di quel che siete davvero: persone vere, disponibili e intelligenti, non macchine a caccia dell’assunzione.
m.r.
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