Riprendiamo con i consigli colloquio parlando delle domande da fare a un colloquio di lavoro.
In questo periodo sono più di due milioni gli italiani alle prese con la ricerca di un impiego. Donne e uomini, moltissimi giovani ma anche molti over 45 che magari hanno perso il lavoro che facevano da molto tempo e faticano a ritrovare la strada verso una nuova assunzione.
Purtroppo sono pochi, pochissimi i nuovi posti. Le imprese italiane spiegano che ricevono più di cento candidature ogni volta che annunciano la ricerca di una nuova posizione. Ma a volte la cifra decuplica: più di mille curriculum per un posto che, quasi sempre, promette un semplice contratto a tempo determinato.
Insomma, se avete la fortuna di partecipare a un colloquio di questo genere, dovete sfruttare molto bene le vostre carte perché la concorrenza sarà agguerrita. E come si fa?
Essenziale per far questo è saper ascoltare, spiegano molti esperti. Perché ascoltare, dicono, viene prima della capacità di parlare e spiegare. È vero, però oggi la situazione è molto diversa dal passato. I colloqui di lavoro non sono quasi mai veri colloqui ma semplici “interviste”, con domande precise e risposte attese, per capire chi siete e quali sono le vostre caratteristiche e potenzialità.
Ma voi pensate che qualcuno possa farsi davvero un’idea realistica di voi semplicemente ascoltando come rispondete ad una mezza dozzina di domande? Insomma, a sostenere un colloquio si rischia di essere semplicemente “psicanalizzati” oltre che valutati in base alle esperienze passate e al curriculum.
Proviamo allora a cominciare alla rovescia il nostro colloquio. E cioè… parlando, raccontando, spiegando e soprattutto domandando! Ma quali sono le domande da fare a un colloquio? Domandare ad esempio “Io mi chiamo… e sono qui perché… Ma prima di presentare bene me stesso, posso chiedere a voi cosa vorreste? Che candidato vi aspettate? Che cosa vi piacerebbe trovare in una persona?”
Se pensate che le persone vi guarderanno con due occhi così, domandandosi se siete pazzi, sbagliate di grosso. Accadrà l’esatto contrario, e proprio perché nei colloqui tutti siamo abituati a stare zitti e ad aspettare la domanda.
Insomma, ascoltare in silenzio e rispondere con intelligenza va bene. Ma non vi aiuta a capire né a mostrare chi siete. Chiedere, domandare, interrogare con gentilezza vi aiuta invece a rompere il ghiaccio in modo diverso. A darvi più forza e sicurezza, che poi significa anche più calma e tranquillità. E certamente a cominciare il colloquio in modo più creativo e originale, in cui il rapporto tenterà, fin da subito, di nascere più paritario e meno banale.
m.r.
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