Come si impara a riconoscere il campione in un giovane giocatore? Come si fa a diventare osservatori di calcio?
Non è facile come sembra. O meglio: accorgersi di un nuovo Roberto Baggio o di un nuovo Antonio Cassano è piuttosto facile, mentre lo vediamo giocare una partita di campionato giovanile in mezzo al campo: ma il giorno che vedrete in azione un giocatore così, probabilmente sarà tardi. Lo avranno già notato, segnalato e messo sotto osservazione almeno cinque volte nel corso dei mesi e degli anni precedenti!
La realtà è che la maggior parte dei talenti non è facile da riconoscere. Pensateci: i giocatori che ogni anno esordiscono tra i professionisti sono un numero molto ristretto. Ecco perché il terzino, il mediano, il portiere che un giorno giocherà in serie A o B non è facile da distinguere. Perché è invece molto facile scambiare per un campione un giocatore molto bravo ma che non farà invece strada.
Non a caso il corso di osservatore di calcio che insegna a diventare un bravo osservatore parte da tutt’altri presupposti. Addirittura dalle… scartoffie! Si comincia cioè dai documenti che serviranno, una volta diventati osservatori, a non farsi strappare il campioncino vero da chi, furbescamente, arriva dopo di voi ma sa come comportarsi. Ma questo lavoro servirà anche a non farsi abbindolare dalla società, più esperta e navigata, con cui cercherete di chiudere un contratto.
Per questo i corsi per diventare osservatori di calcio si aprono spesso prendendo in esame i contratti di collaborazione tra osservatori e società di calcio. Un modo di mettere in chiaro che prima della “poesia”, questo mestiere è fatto di “praticità”.
I corsi proseguono poi con un approfondimento sulle norme che regolano tesseramenti e trasferimenti dei calciatori: perché ha poco senso scoprire un fenomeno e poi non sapere da che parte muoversi per farlo valorizzare.
Ed ecco finalmente la parte più tecnica, ovvero l’analisi delle partite e dei giocatori. Non si comincia cercando di scovare il nuovo Del Piero ma dallo studio della partita vera e propria. Bisogna infatti imparare a scrivere una vera relazione sulle squadre, in modo da abituarsi ad avere un occhio a trecentosessanta gradi su tutto quello che avviene in campo.
L’osservatore, guardando giocare una squadra, sa capire come si muove e soprattutto la sa spiegare bene. Con queste competenze sarete in grado di offrire alla formazione che la affronterà in futuro tutte le “chiavi” per neutralizzare i punti di forza e far leva sui punti deboli. Un lavoro d’importanza straordinaria nel calcio moderno.
È doveroso dire che dopo aver frequentato un corso di osservatore di calcio di solito nessuno trova lavoro al primo colpo: moltissimi però, con le nuove competenze acquisite, si sentono finalmente sicuri e trovano il coraggio di presentarsi, a testa alta, alle società di calcio della zona. Magari per chiedere di cominciare lavorando in qualche ruolo nel settore giovanile. è proprio lavorando con i giovani, anche come osservatore, che si può cominciare a mettersi realmente alla prova.
m.r.