Fino a poco tempo fa la figura del life coach evocava scenari hollywoodiani oppure la classica figura del ricco magnate con problemi di stress. Oggi invece “l’allenatore di vita” è all’ordine del giorno, sdoganato. Ma come diventare life coach? Il percorso da seguire è molto particolare e rispecchia la professione che dopo si andrà ad intraprendere. Innanzitutto non è un mestiere che si improvvisa ed esistono scuole e corsi che permettono ad aspiranti life coach di costruire il proprio percorso professionale.
Un aspirante life coach deve prima individuare le migliori scuole o i corsi di coaching più validi, magari cercando su internet. La formazione dura in genere 1 o 2 anni, a seconda anche della frequenza e della capacità di apprendimento e, soprattutto, degli obiettivi che ciascuno si pone. Dare l’esempio per primi, questo è sicuramente un buon modo per avvicinarsi a questa professione.
Durante il corso su come diventare life coach si impara ad approcciarsi in modo razionale e coerente ai problemi che quotidianamente la vita ci pone davanti, ma anche ad aprirsi negli affetti, soprattutto con le persone più care. Inoltre, grazie alla condivisione delle esperienze, chi intraprende questo percorso accresce la propria esperienza di vita ed impara a trasmettere questa esperienza agli altri. Sull’ultimo punto è importante notare che avere esperienza di vita non significa avere un’età matura: ci sono soggetti che a 25 anni hanno sviluppato un’esperienza che molti 50 o 60enni si sognano.
L’obiettivo finale di un life coach è quello di migliorare la qualità della vita dei propri assistiti, che siano questi dei manager sempre lontani da casa, o dei dipendenti vessati e stressati. Chi si chiede come diventare life coach deve prima domandarsi cosa è per lui la qualità della vita. Questo è un concetto fondamentale, che il vero life coach non deve mai perdere di vista, senza lasciarsi sedurre dai desideri, dai sogni, dagli obiettivi dell’assistito. Anzi, può capitare che l’azione si focalizzi sull’obiettivo, senza dare per scontato che sia subito positivo, ma lo dovrà essere per forza in seguito. Questo concetto si può riassumere con questa massima: chi ami non devi dare quello che ti chiede, ma quello di cui ha bisogno. Ovvero, al tossicodipendente non ha senso fornirgli la droga, meglio fornirgli un programma di disintossicazione. Subito starà male, ma dopo avrà cambiato la sua vita.